La Posizione degli Aggettivi in Italiano
Come e Quando Usarli Prima o Dopo il Nome
GRAMMATICA
La prima cosa che devi sapere è che, in generale, in italiano è più corretto mettere l’aggettivo dopo il nome. Questa è la scelta sicura, perché rappresenta la posizione neutra, quella che esprime il significato letterale dell’aggettivo, cioè quello che troveresti nel dizionario.
Quando l’aggettivo va dopo il nome
Se parliamo di caratteristiche concrete, come i colori, l’aggettivo va sempre dopo il nome. Ad esempio:
• un quaderno verde
• una borsa blu
• un muro giallo
In questi casi, mettere l’aggettivo prima del nome non è possibile, perché stiamo descrivendo un dettaglio oggettivo senza dare un significato diverso.
Quando l’aggettivo può andare prima del nome
L’italiano permette di spostare l’aggettivo prima del nome, cambiando così il significato della frase. Quando lo mettiamo prima, l’aggettivo assume un significato più figurato o soggettivo. Vediamo degli esempi:
• Luca è un amico caro significa che Luca è una persona a cui tieni molto.
• Luca è un caro amico invece significa che avete un rapporto stretto e speciale, ma non si riferisce al valore economico di Luca!
Esempi di aggettivi con doppio significato
Vediamo altri esempi per capire meglio come funziona questa differenza:
• Quel film è interessante: qui stai dicendo semplicemente che il film cattura la tua attenzione.
• È un interessante film: in questo caso, stai aggiungendo un giudizio più soggettivo, dicendo che il film è particolarmente notevole o originale secondo te.
Oppure:
• Mario ha una casa vecchia: in questo caso, l’aggettivo indica che la casa è fisicamente vecchia, probabilmente costruita molti anni fa.
• Mario ha una vecchia casa: qui il focus è diverso, stai dicendo che Mario ha posseduto quella casa per molto tempo, non necessariamente che è antica.
Un altro esempio:
• Giulia è una persona buona: significa che Giulia è gentile, generosa, di buon cuore.
• Giulia è una buona persona: qui l’accento è sulle qualità generali di Giulia come persona positiva e affidabile.
La particolarità dell’aggettivo “buono”
Fai attenzione all’aggettivo “buono”, che segue regole particolari! Quando è messo dopo il nome, si comporta come un aggettivo normale e ha le sue quattro forme (buono, buona, buoni, buone). Quando è messo prima del nome, invece, cambia forma in modo diverso, quasi come se fosse un articolo indeterminativo:
• Buon si usa con la maggior parte dei nomi maschili singolari, ad esempio: un buon libro.
• Buono si usa con parole che iniziano per z, s+consonante, ps, gn, ecc., ad esempio: un buono studente.
• Buona si usa con i nomi femminili singolari, ad esempio: una buona idea.
• Buoni e buone si usano al plurale per i nomi maschili e femminili rispettivamente, ad esempio: dei buoni amici o delle buone opportunità.
Quindi, ricordati: la posizione dell’aggettivo può fare una grande differenza nel significato della frase!